Orme
Del nulla
non restan che ombre,
l’attorno fugge
e non vi è balia:
al mio mare
racconto d’onde
in cerca d’aria
e racconti d’orme.
Del nulla
non restan che ombre,
l’attorno fugge
e non vi è balia:
al mio mare
racconto d’onde
in cerca d’aria
e racconti d’orme.
Indossarsi di resa sincerità,
riderne pronunciando i sensi:
mai troppo, sempre abbastanza,
spalla, battito e prospettiva.
Rete per le cadute,
aria per respirare,
casa al mare dopo un temporale.
Canta ma cresce,
bacia le stelle
e quel che sente
non si compra
né si vende.
Battersi i battiti,
curarsi nelle rime,
abbandonarsi alla bellezza,
progettare nuvole distese,
modellarsi di crete senesi,
abbandonarsi agli arcobaleni,
soffiare bolle d’attesa leggera,
staccare folli biglietti tattici,
declinare cene vestite di seta,
viaggiare scartando la meta,
scambiarsi lacrime tatuate,
brindare a lettere lontane,
soffiare e stringersi,
intrecciarsi e scoprirsi,
ascoltarsi muti rinascere.
Un bicchiere di mare,
due soldi di pelle scalza,
tre parole sussurrate all’alba.
Balliamo mentre mi ricordo
dove ride di casa il tuo volto:
‘resta’ fino alla fine del mondo.
In punta di piedi
tra tegole e gatti
distesi al cielo
si conta lentiggini
unendo punte
di stelle e nasi.