mag 26, 2004 - Senza cicatrici    No Comments

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Ad accompagnare i Cerchi.

Fra l’indaco e il confine da andirivieni laggiù
c’è spazio tra mille granelli in andata da sottosuola,
ma non per me: imbrattato di fogli in soglia
sto bene qui, a tirar sassi nell’ acqua
e ad accompagnare i Cerchi allagarsi di blu.

Tanto sbocceranno in solstizio lo stesso
i boccioli a cui non si è per nulla chiesto
che io sappia mai e poi mai il senso:
unico di ritorno resto sobrio su questa panchina
piuttosto che rimettermi ad inseguire la vita
ed andarmene ancora una volta oltre cortina.

Vai tu, dico davvero,
scavalca e urlami nascosto al di là del ferro
quel che c’è di così eccitante e diverso.
Vai e se vuoi torna a raccontarmi
quel che hai messo negli occhi
o quel che conosco e mi sarò perso.

Avanti.E senza spingere, che prima o poi ci si passa tutti.

Ci son già passato, ho un trascorso sghembo
ed una volta visto il tuo desiderio scommetto
per niente e per nessuna tu tornerai indietro.

Certo, mi hai conosciuto qui e seduto
dici lo ammetto è strano non son dispiaciuto
e l’ amarezza che dovrei non mi brucia addosso
seppure sia l’unico tornato al di qua del fosso.
Ma c’è che ogni milione ne modellano uno strambo
dicono da lassù che sbagliano per diritto lo stampo
e ne viene un animale matto e di esserlo mai stanco.

Così mentre tutti prima dell’unico verso in salto
vi sedete qui accanto e mi chiedete nel prender fiato
se meno di uno è vero ha fatto la strada al contrario
quello è qui, che vi misura le parole accanto.
Strano, visto lo splendido che vi attende laggiù
ma io no grazie preferisco scrivere di restarmene:
sto bene qui, a tirar sassi nell’ acqua
e ad accompagnare i Cerchi allagarsi di blu.

Se hai due ciacole senza spese poggiale sotto nel bianco.