lug 7, 2005 - Senza cicatrici No Comments
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Mind the gap.
Tra un po’, diciamo un anno, scuoterò il capo e ripercorrerò nitido le linee colorate stringendo forte il mio carnet dal risparmio di tre sterline.
Rivedrò Antonino commemorare Kings Cross dal plasma grande con poco sangue.
Tra un po’ più in là, diciamo tre anni, avrò nostalgia e spolvererò via la polvere tenendo la sinistra eccentrica.
Sarò pur sempre immerso nel mio via vai e la placida calma degli andamenti in soccorso trasmuterà nella capacità di organizzarsi difronte ad un disastro da anni collaudato in un secondo.
Tra un po’ di molto più in là, diciamo dieci anni, oltre le vittime saranno accertati i mandanti e brucierò difronte al caminetto l’ennesimo libro indagine dopo quello finito nel G8 del cesso.
Nel frattempo avrò contato altre stragi, avrò messo a letto altri bimbi e forse per risvegliarmi mi avranno attentato.
Si, lo so, cadono uguali sull’asfalto e sulla sabbia.
Il polso
ci fa andare avanti
star su belli dritti
dimenticare in fretta
ripulirci dal fumo
con le lacrime.
Tra un po’,
saremo solo
che più forti.
Mi dispiace,
assassini del cazzo,
l’umano
è più scaltro.
Uff, s’è rotta ancora!
Damn it, un’altra volta, cosa c’ha stamattina…
Tutta la linea ferma?