mag 25, 2007 - Senza cicatrici No Comments
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Quegli occhi allegri da italiano in gita.
L’ultima volta che passò da queste parti ricordo vecchi su seggiole a bordoasfalto intenti a rivincersi gli anni.
Aspettavano, aspettavano.
Anche allora rifecero le strisce d’un bianco rispettoso, potarono le aiuole come antiche dame o belle signore, tinsero di rosa ogni cosa.
V’erano mamme che s’appostarono fin dal primo mattino con l’esercito sgarrupato d’annessi figli al seguito e che faticarono non poco nel tenere a bada la marmaglia.
Quella volta fece in tempo a metterselo negli occhi persino il Gino, non ancora perso, che m’arricordo s’agitò disarticolando il bastone mentre decorava di bestemmie il governo ed ogni santo: sarebbe ancora degno profeta e mentore.
Fu la prima volta che vidi un camionchiosco: se ne arrivò sbuffando sul piazzale deserto del fruttivendolo, fece scendere degli stantuffi magici accanto alle ruote e poi si sventrò di ante mostrando leccornie gassate di cui m’abbuffai assieme agli altri pischelli come in un film con i raggi nel cinescopio ambrato.
Un’oretta prima del suo passaggio rubò la scena niente meno che la banda: passò in rassegna le vie attigue intonando marcette simpatiche e per nulla somiglianti alle solite vesti domenicali e sacrali.
Niente da dire: quando venne allora fu vento sconvolgente d’abitudine, dissacrante nel mischiare ruoli e fasce di gomma, eccitante per l’accumulamento nel gioco delle parti.
Malinconico d’amplesso nell’andarsene svelto.
Domani.
Domani è di nuovo qui ed io non so come girarmi i risvolti per adeguarmi al benvenuto.
Nel frattempo ho tolto i sandali di plastica arancioni, messo pelle sulla buccia delle ginocchia, preso aerei bagnandomi negli oceani, ingrassato serrande mie, ascoltato Madama Butterfly nella campagna, arso una laurea, amato al presente e dato inchiostro al mio sogno.
Perciò ho deciso: quando sarà quel momento credo che lo guarderò sfrecciare togliendomi d’inchino il cappello.
Starò ammirando l’una e l’altra molecola del suo incanto. Poi quando passerà l’ultimo in sella mi metterò di scatto alla sua ruota per soffiargli via tutta quella luce assorta gridando
bugiardo
gli ultimi
son solo
quelli fermi.