gen 10, 2007 - Senza cicatrici No Comments
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Sgranchiata.
Vanessa ed il suo cucciolo che si fa chiamare Iena.
Usurpano la stanza non appena ci mettono piede e si dispongono ortogonali.
Al tocco scrosciante del guanciale succede che Lupo, il cucciolo di iena, inarchi la schiena.
Al farlo la preda s’intrema.
E’ psicologico.
Walter, la preda, ruota attorno al centro di questo sfitto mondo.
S’è ritrovato cagna e cucciolo al risveglio, mentre era ancora nel letto.
Non ricorda empiricamente la notte scorsa, Walter.
Puzza di salatini e lingue tabasco.
- Tu fai schifo.
- Almeno non necessito di muti quadrupedi per esaltare il mio bisogno di padronanza.
E’ reattivo che mai l’avresti detto, scioglie la lingua in un momento.
- Fanculo.
- Buongiorno.
- Ti sei fatto Ramona.
Tubino, voglia sulla coscia. Destra. Molto agitata. Capelli a sfarzo.
- Rossetto orientale. Non resisto.
- Cosa sono per te?
- Cosa vinco?
- Idiota.
- Appassita inespressa.
- Fanculo.
- Raddoppi?
- Lascio.
Vanessa n’esce sublime dopo il profumo, prima del pelo, con il guinzaglio sciolto.
Walter torna a far quel che gli viene meglio dopo il nulla.
Lupo attende che sia dormiente, sebbene impaziente di non azzerarsi la memoria in scialle della sua prigione mobile.
E’ femmina, ma un sostantivo maschile la ricopre chissà perchè meglio.
Alza la posteriore sinistra, evacua sul raso, solleva il muso e segue la scia. Evanescente.