E’ un lavoro di pazienza, attesa, frustrazione e dosaggio del colore.
Serve un pennellino, talmente piccolo da condensarci le parole.
Ti metti li, pigli il primo sassolino.
Respiri.Sospiri. Lo rigiri fra le dita.
Lo scarti.
Perchè il primo, non è che abbia mai capito il perchè, lo scarti sempre.
Fa nulla se poi alla fine era il più adatto.
Niente, hai deciso che non andava bene, che era meglio quello un po’ più piatto, o più liscio.
O semplicemente lo scarti perchè è il primo.
Mai capito il perchè.
Prendi il secondo.Superi la prima fase, lo certifichi e lo rendi idoneo all’opera.
Omologato.Via.
Adesso è il colore. Cosa spalmare sopra il grigio? Il grigio è una buona base. Inutile.
Dipende dal progetto che hai in testa.
Puoi mica partire con un giallo se vuoi dipingere il sole.
Troppo facile, troppo piatto, troppo liscio.
Scartato. Via.
Il giallo,intendo.
Pausa. Indecisione.
E ancora,nemmeno un segno sul sassolino.
Una bottega, meglio:un retrobottega.
Magari un bancone di rovere così antico che se ci fai caso vedi persino gli occhiali dei tarli che fan capolino e ti salutano lenti alzando la zampina.
Buongiorno nonno tarlo.
Due passi dietro trovi la parete color bancone che chiude lo spazio e il tempo.
Ecco, vada quindi per i colori caldi. Tutto su tinte marroni. Niente variazioni o contrasti, un’andatura lieve.
Via dai, puccio il pennello nel marrone.
Un passo davanti alla parete le rughe,la giacca con le toppe, l’alito sporco e l’infarinatura bianca della barba che rende l’orologiaio quasi fermo.
-Mi dica giovanotto, c’è qualcosa che può fare per lei un vecchio come me?
Un passo dietro all’uomo, come un sussurro o un brusio di commento, le lancette tic tac tic tac asseriscono e approvano la domanda.
Come si fa ad approvare una domanda?
Mi stanno valutando. E sono tante.
Le lancette. Dentro agli orologi appesi alla parete.
La parete,quella un passo dietro al vecchio.
Che è la stessa a tre passi da me. Nel caso vi foste persi.
Comunque son davvero tanti questi orologi.
-Giovanotto, non è che mi sia rimasto molto tempo sa?
Quindi ci devo mettere anche del bianco.Bianco panna.
Colpa dei quadranti.
Quelli a cucù li posso ancora spalmare in dissolvenza, ma quelli rotondi e moderni,con i numeri neri grossi a contrasto, beh quelli devo proprio farli bianchi.
Magari uso un secondo pennello, così evito di annacquare l’altro.
Così adesso siamo qua: io, il sassolino (che è già quasi un mondo), due pennelli, un orologiaio,due colori,un bancone,una parete,una risposta in attesa.
- Allora ragazzo?
- Non la posso dipingere.
- Come?
- Ho provato, ma indossa una camicia a quadretti, o almeno questa è l’unica scusa sensata. Insomma troppo piccoli nel piccolo, ci son dei limiti e un compromesso richiederebbe una tinta unita, bianca o marrone. O farle cambiare camicia,ma dubito che sia daccordo. Ammesso che ci riuscissi,comunque, lei non ci starebbe.
- Non ci starei dove?
- E poi male che vada dovrei toglierle qualcuno di quegli orologi appesi lì dietro, altrimenti sono quasi sicuro che lei si confonderebbe con lo sfondo.
Dovrei rubarle del tempo.
-Mi sa che me ne hai gia rubato abbastanza del tempo, figliolo.
-Ha ragione.Mi scusi.
-Non c’è problema.
-E’ da molto che fa questo lavoro?
-Da più dei tarli.
-Le piace?
-Mi è piaciuto.Almeno sò sempre che ora è.
-Per cosa?
-Cosa?
-Che ora è per cosa?
-Questo non lo so ragazzo.Sicuro di star bene?
-No. Chi ne è sicuro?
-Ha ragione. Ora mi scusi, ma se non abbiamo niente da dirci è meglio che torni al lavoro.
-Già.
-Già. Buona giornata.
-Buona giornata anche a te ragazzo e auguri.
-Per cosa?
-Per i tuoi quadri. Non dipingi?
-In un certo senso.
-Sei strano ragazzo.Indubbiamente.
-Non mi sono mai posto il problema.Di nuovo…
-Di nuovo.
-Comunque non le volevo mica rubare del tempo.
-Lo so.
-Glielo volevo restituire.
-…
Finito. Se prendi una lente noti persino la marca di quelli in alto a destra, vicino alla macchia di umidità.Probabile che entri acqua dal tetto.
Non è stato facile, perchè li il sassolino fa come un incavo e curva veloce e la difficoltà è fare asciugare in fretta il colore prima che coli e rovini tutto.
In compenso i numerini sulla cassa di ottone sono usciti una meraviglia.
Ora allontanati un po’ e dai uno sguardo d’insieme. Non male vero?
E pensa che ho usato quasi esclusivamente bianco e marrone.
Anche per il vecchio orologiaio.
Alla fine son riuscito a dipingerlo.