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“Nei primi anni del secolo si diffuse un nuovo movimento nel mondo della cultura italiana.
Radicalmente innovativo anche nella forma di comunicazione, il “Blogghismo” vide le sue origini nelle prime manifestazioni di diffusione telematica.
Internet era agli albori della sua storia: il mezzo che da li a poco avrebbe completamente stravolto gli usi e i costumi della società moderna era, all’epoca, solo una rudimentale scoperta dai contorni non ancora definiti, un embrione che solo la storia ha poi saputo modellare nelle sue più complesse e attuali forme.
Ciò nonostante, un ristretto gruppo di intellettuali (?) ebbe modo di intuire le acerbe potenzialità di questa nuova forma di espressione culturale e, sebbene disomogenei nelle forme e negli intenti, portare all’attenzione dei salotti perbene una ventata di nuove idee che diedero ossigeno ad una ristagnante empasse appiattita da decenni di informazione monodirezionale.
A volte affiancandosi ai mezzi ‘ufficiali’, a volte opponendosi con forza e proponendo una innovativa controcultura, con l’ausilio di un mezzo potente e allo stesso tempo accessibile a tutti, riuscirono ad imporre finalmente una nuova ed originale rivoluzione del pensiero.”
Dissertiamo.
Che detto così può sembrare logorroico interinale, solo non riguarda astrazioni intestinali.
Dissertiamo sul non senso di un uso arzigogolato, di un fancazzismo verbale impresso.
Noi, la loggia bloggatara.
Sproliloquio: figli dei figli non nostri (miei in veritas) che tra un lustro leggeranno su supporti non cartacei di sfumature non comprese, di autori innovativi, di una loggia massone della controcultura.
Smorzamento degli angoli, semplificazione e firma del registro.
Ci studieranno. A breve parleranno di noi come una nuova moda, la tendenza internettiana a diffondere il personale che nel frattempo ne avrà smarrito l’origine.
Tra poco, pochissimo finiremo sui telegiornali, intervisteranno Zu, Sauro, Leonardo, il Rillo, gli Asphaltiti etece: diverremo istituzione.
Sorprendente parlarne al futuro prossimo con la sensazione stranita mista a stupore che tutto questo non sia già successo.
Una volta diffusi, amplificati e spolpati dalla massa riverenti toglieremo le scarpe e ci si puliranno i piedi con i nostri zerbini.
Dio tempo senza bestemmia sua almeno giocherà a raccoglier frutti dalla cenere.
Finirà a immaginar pargoli bionici esercitar gli ingranaggi su quel che menti pensanti avevan prodotto all’inizio del millennio.
Noi intanto si scrive.
Che poi forse, mica ne siamo tanto capaci.
Ma inganniamo bene.
Io primo.
Che poi forse, c’aveva ragione mio padre, che a continuar a scrivere si portan mica a casa i sghei.
Filosofo del fil di ferro.
Io primo.