feb 18, 2008 - Senza cicatrici No Comments
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Arpe e sombreri.
Dannato vuoto che non si riaggiorna ma muta sfumatura come se fosse inganno del tatto.
Visto che non hai chiuso la porta al gatto portati almeno un treno di crocchette fresche per lasciartelo indietro al punto giusto. Visto che hai tutte tu le risposte dammi almeno un minuto per non pensare. Visto che il tuo forno ha bruciato i miei ricordi ricordati almeno di quando eran biscotti.
Le vie di Belgrado ti guardano scrostate mentre altre aquile s’alzano poco lontano. Qui è tutto un prospetto di come sarà il macello. Fingiamo che ci interessi niente e come gli apatici migliori ci confidiamo distanziati dal mare con monocorde di sentimenti blandi.
Lo chiamavano Pedro el mulo perchè non c’era verso di farlo ragionare e quando esibiva le vene al collo sfiatava muco dalle narici dilatate come un paesaggio su un quadro impressionato da lontano.
Nocchere e cerchi dove ritrovarsi felici e contenti. Sfidati la pelle con Felicia, la donna che dona senza resto e se ti vede scontento pensa che lei sia la tua soluzione.
Adelmo non è uomo di grandi presentimenti ma a starlo a sentire ti vien da dipingere.
Passa il giorno a sputare e tirare su il catarro ma quando canta roco vale un buono per il paradiso.
Frustràti dal frullato del mondo a volte si inginocchiano sui ceci come dementi invece di allungare il passo e cinguettare.
Continuo a non capire perchè non allargano le sopracciglie e non tengano gli zigomi alti.
Da qualche tempo c’è una prospettiva che non si spiega. Non è terza ne quarta dimensione o generazione: è solo voglia di champagne a colazione.