lug 31, 2008 - Senza cicatrici No Comments
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Sgusciare con forza.
Mi metto in podcast abbandonando la crapa di quarantacinque gradi torsa verso il collo e pendente di un aggravio che mi fa declassare le pupille a sottocoperte delle palpebre. Una pennichella salubre che nuoce al mio movimento con brio ma nel contempo contempla lo strato di grasso spalmato sull’esistenza.
In questa r.e.m come fuga d’uscita abbatto i muri con il mio alluce valgo e sprizzo soda dalle meningi. Sono il supereroe de noi altri e maschero la mia costipazione con un gesto da consumato attore. Mi duolo di quel che conta poco dandone un’apparenza esagerata. Così mentre l’attenzione vostra curiosa sull’occhio di bue io ho il tempo di sfresiare le quinte e mischiarmi fra i tavoli fra un Martini e un barracuda d’agente molto fiducioso ma dall’animo assente.
Arrivo,
dammi il tempo di un fuoco.