set 12, 2008 - Senza cicatrici    No Comments

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Lascia fuori i fiori bagnarsi.
Perdi la scarpa scendendo dal tacco. Cadi mostrandoti estate. Fa un caldo ghiacciato d’isola deserta. Al finire della staccata prima del curvone sporgi il piede per paura di un’altra dimensione. Salti sul muretto e osservi la Riva, il suo andirivieni confuso e ti astieni. Non ne vuoi più sapere di quel che già sai e che hai smesso di conoscer per quel nulla che non comprende i sogni. Preferisci donarteli stretti senza pubblico e senza gesti. Solo l’eco ti consuma e ti consola in una quiete che ora ti assapora. Ed è monatta l’aurora, è calore d’una vita vicina, è sapere del tuo conoscere pelle arrivarti fin dove poni gli occhi. Sei già tornato dall’oltre, affascinato e disperso senza niente. Hai cercato quel che non serve tranne alla quiete del mentre per te e per chi ti sta accanto. 
Lascia fuori i fiori bagnarsi. 
Una coperta sopra le spalle, una vespa con la candela gracchiante, la pace nella ricerca di un funambolo che tesse il suo strizzarti l’occhio distante.

Se hai due ciacole senza spese poggiale sotto nel bianco.