Due per uno tre
Due per uno tre,
gloria al padre alla madre e a te
mitosi di splendori
ada che l’indice chiama
spegni la luce accendi la mamma
torta a pois d’oltreoceano
per la festa di una buona liberazione.
Che entri la gioia
si sieda e resti
s’inviti a cena
racconti di mani unte e pensieri lieti
tocchi leggeri
sparsi riordinando i velieri
alzi le tende inesistenti
faccia entrare il sole
doni calore oltre il magone
perchè oggi passerà il raffreddore
per quel che era sbufferà
lasciando la luna piena
e la tua mano sulla mia schiena.
Ci son tempi complessi
pezzi di ghiaccio endovene
rari di fieno e sazi di pece
che dentro t’incollano al buio
ma
il lavoro del vento è eterno
la brezza calda non ti volta
e sciogliersi succede
come il pianto, la gassa,
la risata che prima non c’era.
Signor Mediterraneo,
grazie per l’immensità d’insegno
la placida tutela della pazienza
la grandezza del vuoto
consapevole di un approdo
che non lo vedi ma lo senti
e che solo son nulla
che i compagni sulla nave
saran taglienti ma sinceri
che ti devi fidare
se vuoi capire quanto aspro sia il sale
ma quanto bene possa fare
intorno al mondo
puoi esser bandiera a sventolare
in balia del primo scirocco
o ferro foss’anche arrugginito
ma pur sempre padrone del tuo destino.
Consegno a stretto giro di posta
quest’eterno firmamento
al mio unico doppio universo
oggi al festeggio.
Buon 25 al nostro boccale
al brodo che cuoce il futuro
al nostro secondo anno numero uno
al doppio passo del verbo amare.