gen 16, 2016 - Senza cicatrici    No Comments

Fino al primo altro quando

Togliti tutte le forze,
scordati del nome del fiore,
tutto ha una breve domanda
per altre curve risposte
in quest’onda lieve che teme
le nostre orme oltre luce
ed i nostri sogni di fede
fra le stelle e l’argilla
in capanne arse di cemento
devote a spicchi di spigoli
rancorosi al passaggio fra note
pratici per evitare i battiti
sciolti in altre lacrime
nei ferri ai piedi del futuro.
 

intarsi

 

Andarsene senza il pegno
d’un libretto di istruzioni
per comprendere incroci e ragioni
dipanare le costellazioni
mentre il resto degli altri
ti stecca con occhi grandi
oltre chi attende un pieno di balli
mentre danzo sul ciglio delle piume
solletico le bende cadute agli angeli
tra il pane quotidiano ed i calli
stringo mani e condivido fiati
accordo il piano con riverberi celesti
rendendo felici le chiome degli alberi
e strappando un sorriso nomade ai burberi
mi sento più qui
dentro la favola
di un’esistenza infinita
che riempie l’anima
fino all’ultima goccia negli occhi
c’è posto per tutti
c’è posto per tutto
fino al primo altro quando.

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