ott 22, 2009 - Senza cicatrici No Comments
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Gomitolo.
Perciò esci dall’onda come mela morsa,
dignitosamente offesa scegli l’assenza
fra rumori di scontro e magma calcolata
ruoti le stelle a favore di camera,
dimentica della nostra eredità dissolta.
T’appunti il guanto bianco al seno
lavando i piatti asincrona d’umore
immolandoti socchiusa agli sbalzi,
barando gli scatti, danzando ricatti.
Torni valutando la tensione del sole
cedendomi spavalda la mia inadeguatezza,
alzando l’aria nascosta fra i silenzi
mentre solendo mastichi diminutiva
gocce fatte acqua in giusta distanza.
Ma la massa non ha consistenza
quando goffa annienta la parvenza
stringe e resta, resta e stringe
al capo dell’altro capo
s’avvista sempre meno lontano.
Non serve candidarlo
nero nostro su ambrato
perchè in ogni silenzio
c’è quel che sappiamo:
il nostro ti.