nov 6, 2014 - Senza cicatrici No Comments
Per quel che costa
Appuntando le scie delle nuvole
mi determino inutile fisso
penso al ritorno e al desiderio
aggrovigliando i colori
sbucciando i profumi
mi perdo, un fesso.
Formiche d’arazzo
sparpagliate disturbate
dov’è che andate?
Sul banchetto dei fiori
passato il vento
resta un narciso circospetto
che spettegola un pianto
baciando se stesso.
T’ho perso gli occhi
sotto al bicchiere
del mio antro lunare
ora che posso sentire
di notte l’ombra
ed il rumore che porta
mi affanno alla sedia
e pago la vita
per quel che costa.