dic 29, 2006 - Senza cicatrici No Comments
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Carol.
Se si anagramma quel che n’esce è che non si può dare la colpa all’interlocutore ignoto.
Che colpa non ne ha.
Non si può oscurare lo sguardo con chi si lamenta. Non del bersaglio presunto.
Ribaltarsi. Saltare al di là del fosso.
Guardare con gli occhi del nemico.
Scoprire il migliore amico.
Scrutare i passaggi dei propri lembi e comprendersi.
Se le prima ciglia allo schiuso si lamenta della troppa luce non è il sole il cruccio.
Lui fa solo il suo ordinato imperativo dovere in compagnia di tutto il tondo.
Non si può dedicare una rima se prima non si è già compreso l’incipit della vita.
Ave Maria, sei la prima a darla via.
Blasfema d’un’ aria in attesa.
Basterebbe un respiro.
Basterebbe.