feb 16, 2007 - Senza cicatrici    No Comments

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Spettabile Lassù S.p.a.
Signor Dio,
mi scuso fin d’ora per le eventuali inesattezze.
Volevo chiederle, ecco, se fosse possibile, innanzitutto… tutto bene?
Nel senso, che aria tira lassù?
La sua Signora, il su’ figliolo, lo Spirito? ‘Utto bene?
Ah che poi prima mi son perso di nuovo nei sentieri qui dietro: le confermo che si sentiva proprio un bel profumo di erbetta fresca che si vedeva che lei ha fatto proprio le cose per benino, che i prati ci han proprio la forma dei prati e le siepi son proprio venute su a forma di siepi perciò.
Comunque, era per dirle che ha fatto proprio un bel lavoro e che quando ci si mette di impegno le cose le vengono proprio bene, mio Sommo.
Perciò, e vengo al dunque, io volevo chiederle come se fosse possibile che ogni tanto lei faccia succedere quel che fa succedere.
Vedo di spiegarmi meglio, che di solito mi dicono che emetto suoni contorto, ma siccome è necessario che arrivi il messaggio, mi sciolgo.
Capisco che anche lei magari non è “perfetto perfetto” e che magari ci ha anche qualche vizio nascosto tipo il gioco di azzardo umano ma questo non giustifica il fatto che ci son quei giorni in cui lei si ostini a puntare sempre sullo stesso bersaglio.
Che nello specifico non sarei io medesimo ma diciamo che non è che ci vada lontano quando si mette a combinarne una delle sue.
Tutto questo non vorrei che lei, altissimo, lo prendesse mica per una critica: è che essendo a volte partecipe di cose non tanto piacevoli volevo che solo farle presente.
Insomma, mi scuso se l’ho tirata tanto per le lunghe ma è che avrei una richiesta se possibile che vado ad esporle: ha presente quei 350 chilometri di arretrato di qualche hanno fa che ho messo sotto ai piedi?
Quelli iberici, dai su. Ma mi van bene anche quelli d’altro continente. Bravo, proprio quelli. Ecco, mi son sempre chiesto il perchè ne avessi fatto una scorta di tutta quella polvere e se si ricorda anche lei ogni tanto veniva in visita la notte a chiedermi che senso dovevo dare a quello che avevo fatto.
Ecco, non è che non le avevo risposto fin d’ora perchè mi stava sulle balle, anzi me ne dispiaccio se le ho dato questa impressione ma la verità vera era che proprio io un motivo non ce lo avevo.
Ecco, se posso, ora m’è venuto chiaro il perchè ed il percome!
Perciò sono a richiederle in forma scritta quanto segue: io qui presente Sghembo vorrei scambiare i 350 e passa chilometri messi sotto le suole con un polpaccio nuovo e qualche scancellazione varia di esseri piccoli piccoli che rompono assai le balle fra le narici e gli alveoli dove di solito c’è il miele buono.
Come dice?
No, non sono mica miei. Son piccole cose per un’altra persona.
Sono consapevole che ognuno dovrebbe farsi i chilometri per se, ma anche lei è un giocatore e mi insegna che le regole ogni tanto possono essere infrante con la complicità del banco.
Se fosse possibile azzarderei anche una postilla, visto che si dice in giro che in fondo lei sia buono.
Nel senso che ci fosse da dare qualcosa in aggiunta io le cedo la mia massima disponibilità ma ci sarebbe anche qualche girino da far diventare rana almeno una volta.
Tutto qui, il resto vedo di sbrigarmelo io che dovrei più o meno ramparci fuori con quello che lei chiama Amore e che il Blu che ho accanto ogni giorno mi insegna a dare.
E’ che ogni tanto, proprio quando lei mi dimostra tutta la sua bravura d’azzardo, io proprio non ce la faccio e allora per forza ho dovuto che chiederle questo baratto.

Con immutato affetto
e spero reciproca stima.
Sghembo.

Se hai due ciacole senza spese poggiale sotto nel bianco.