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dic 22, 2012 - Polaroid    Dicevi?

E’ di nuovo il post del 25

Cani auguri fieri sinceri:
alta fedeltà del diapason
virata in cuffie sonata
e tramonti lieti.

Stringo la musica,
appartengo al ritmo,
scintillo la mia grande donna
e canticchio il mio piccolometto
che posso chiederti di più?

Dovandiamo
con tutto quel rossetto
e le guance a gote
tra i muri dipinti a pianti
e le carezze a sberle
fresche vite in demo
andemo che è tardi
per vivere sbocciamo
altrimenti copriamoci le palpebre
stanche di sonno
d’occhi vivaci
di profumi sbucciamele
per carpe maraviglia nella boccia
di echi da due secondi memory
qui è spelendido
tic tac
qui è splendido
tic tac
qui è splendido.

Sole sul fiato
scarpe catrame incollate
mentre volto il mondo
io mi fondo col tutto
e volo le critiche
e lascio le scatole
e apro i cieli
e m’orizzonto.

Bevo le gocce d’acqua
appoggiato al davanzale della mia room
in questo Chelsea Albergo
io squilibrio nel villaggio.

Il mio Sahara
ha grandi stelle,
fessure d’occhi
e lunghi tempi
per rincorrersi.

Venere al mattino
un violino infinito
l’osservo da niñio
lontano bastante
da sentirmi vicino.

Rift solfeggio crescendo
ogni battito di basso
è centripedo convesso
verso il mio mistero
verso l’universo
senza fine il pozzo
attento.

2013
fammi crescere i denti davanti
fortificami gli occhi
dinnanzi agli smargiassi
calibrami i polpacci
e non dar spreco di santi.

…Yuppi du,
yuppi du, yuppi du,

Yuppi du i du,
yuppi du.

I feel the sound of
a thousand colours
wich paint
this scene
this act of love
i hear the music
that comes from the water
that rises from
bowels of the heart…

giu 21, 2012 - Polaroid    Dicevi?

Vado a raccoglierti stelle contente

Oltrepupilla
mentre stai attento
vedo il deserto nascosto nel granello
sento la terra persa sotto i piedi
gioco col tuo domani origami.

Sorridi
e cominci a raccontarmi
di un mondo nascosto
tutto tuo, tutto acerbo
tutto fatto di un osservare perplesso.

Sei qui ad irrobustirti il sopracollo
mentre ti spiraglio a cosa vai incontro
ma è come tu fossi già viaggiatore
in questo piccolo cielo accanto.

Già c’eri ed io mi siedo a fianco.

Piangi spezzando i bruti più puri
e balli fino all’alba
di una tua danza riflessa.
Molla di un’energia compressa,
big bang d’amore,
atomo di dolce fusione.

Ti accarezzo,
ti stringo a scomparsa,
ti sento effetto
di un progetto perfetto.

Mi guardi.
Quasi sorridi.
Poi ridi.

La bellezza ha un senso,
il centro del gioco di leve
ha il suo baricentro.

Vado a raccoglierti stelle contente.

mag 29, 2012 - Polaroid    Dicevi?

Il mio nome è

Quando a Kumasi l’uomo George
m’ha alzato sopra il tetto del Tro-Tro
ed ho visto l’umanità brulicare
io non capivo di quale attesa si trattasse.

Quando a diciotto son tornato a casa
sul treno clandestino dall’Olanda
e il cane del poliziotto quasi mi ha morso
arrivato alla stazione di Bergamo
una ragazza mi ha prestato 1200 lire
per farmi il biglietto
perchè tornavo a casa senza un soldo
con nello zaino mezz’ Europa:
quello sguardo che le ho rivolto
io non capivo cosa aspettasse.

Quando alla terza Londra
mi son fermato al punto cardine
nel centro del Tower Bridge
il vecchio Tamigi al nuovo sguardo
non era agitato
ma io non scardinavo lo sguardo amico
del prottegi corona.

Quando mi han sequestrato il passaporto
mentre in cielo volavano missili terra aria
e io sentivo puzza di gasolio
mancavo al blu degli occhi
disperso nel Mediterraneo
io non capivo di cosa avessi paura.

Quando a Saint Malo
mi son bagnato nel sale dell’Oceano
mentre mamma era distesa sul bagnasciuga
furba è arrivata l’alta marea
e l’ha sorpresa ridendo
io non sapevo dare il nome
a quella senzazione.

Quando a Santiago
i miei piedi han vibrato
il passaggio del Botafumeiro
e il vento sacro mi ha accarezzato
io quella stanchezza del camino
non la capivo oltre l’arrivo.

Quando dal battello
la torre si è illuminata
e l’oro splendeva
mentre Parigi ci cullava
io non riuscivo
a chiamare il nome di quel profumo.

Quando a Copenaghen
quella sera in piazza centrale
tutti si son messi a ballare il walzer
la pace danzante andava oltre
ed io non vedevo dove sfumassero le note.

Quando siamo usciti dalla chiesa
e tutti gli amici ci hanno applaudito
ripieni di riso e futuro
io non sapevo quale fosse il contorno del mondo.

Quando in quel pub
la birra arrossava il violino e l’arpa
fuori bussava il vento
mentre la pioggia bagnava la nostra festa
io non afferravo quel calore intenso.

Ma poi
ho capito:
tutta quella luce
tutta quella vita
io la conservavo negli occhi
per aspettare il giorno
in cui sei nato
e donarti il racconto
del nostro amore per te.

Perciò figlio mio
son qui a chiederti un unico perdono
di quell’essere distante da chi sono
di quel fiume che non argino
dal voler darti il meglio
e sentirsi già sfuocato fuori campo:
sarò umano
cadendo e stringendoti la mano
mi rialzerò d’ora in poi
per sollevarti al mondo
perchè tu sei quanto
e mentre ti guardo
non c’è più nè come nè quando.

apr 26, 2012 - Polaroid    1 Commento

Tris

Ciao
fior di mani
naso tondo mondo
occhi per me
luce di mamma
ciao.

Dove sei stato
per quell’altro tempo
in quali astri
hai brillato l’attesa?

Raccontaci:
abbiamo un intero terzo giro
perchè tu ci possa insegnare.

Sei qui per il nostro tutto?
Sarai grande quando curveremo?

Benvenuto:
accomodati tra me e lei,
ti si offre il mignolo:
stringilo forte
perchè ora si inchina il sole
il bosco ti osserva dal cielo
la grotta ha un sussulto
la ruota del presepe risuona
le babbucce raccontano la strada
e la via è illuminata a festa.

Respirarti
è un miracolo
che rinasce quotidiano.

Vieni,
andiamo.

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