Biribissi
Astro perplesso
appeso al conio
d’un centro distorto:
cupo pensiero,
fiero mosto nero
rivolo sincero.
Distogli gli artigli
dagli aghi per spilli:
nenia l’inerzia,
cogli scorze d’aria
e carezza con veglia
le cure di labbra.
Astro perplesso
appeso al conio
d’un centro distorto:
cupo pensiero,
fiero mosto nero
rivolo sincero.
Distogli gli artigli
dagli aghi per spilli:
nenia l’inerzia,
cogli scorze d’aria
e carezza con veglia
le cure di labbra.
Santi numi
ho perso tutti i paralumi
non posseggo più nessun palmo di contatto
e per questo m’accorgo
d’esser di ogni in ritardo.
Agli amici cari
stringo prati e primule
perchè la primavera porterà splendore
nuova gioia e profumo di rose.
Per tutti indistintamente
salgo sul cielo e soffio stelle
mentre al mio doppio amore
bacio il collo
stringo un sogno
e racconto ogni giorno
la favola del mago pancione.
La gatta di marmo
osserva misteri oltrebosco
poi s’acccovaccia il muso
nel mondo del suo cuscino.
Null’altro chiama la felicità.
Muti, fragili e infuocati
ma raggianti d’ali
navighiamo in braghe di tela
affrontando canti e uragani
spavaldi a petto in fuori
forti dei nostri cuori.
Sotto al corto della coperta
sorridiamo in attesa della festa
stringiamo forte i petali delle mani
cucendo il nostro domani
su nuovi infiniti ripiani.
Mele al tavolino del circolo
bucce di stelle a debito spremute
sopra i tasti di una vecchia Olivetti
l’aria pregna di sbuffi e bestemmie
la scrittura musicale del macinino tritacaffè
la fisarmonica parigina del vecchio Leopoldo
la spazzatura bagnata al margine delle crepe
i grovigli a meraviglia cablati e fritti
gli scialli neri e gli occhi sgranatamente piccoli
denti sbiaditi
pescivendoli in frac
latrati appoggiati sulle zecche dei cani
lo scavalcare del sole d’anemoni
il doppio timbro sulle facciate dei palazzi
le corse soffici sopra il fango
gli sguardi polverosi degli arazzi
il gioco dei gabbiani
le nasse nascoste ai santi.
Gira pertica
osserva
prendi decisioni prendi decisioni prendi decisioni
sottolinea col rosso
passa col rosso
mischiaci il blu sangue reale
prossimo futuro effettivo
che cosa me ne faccio di tutto questo vivere
se non lo posso condividere
che mondo storto
lo raddrizzo col fisher
punta dell’otto rovente
gira in senso anteriore
mastice e stucco
fagotto
entro con marcia trionfale scanzonante
è buio pesto in questa insonnia
non leggo il cartello di quel che sto sognando
ma la casa si allarga
i vestiti si restringono
non so se hai presente i piedi scalzi di Abebe
i primi fiocchi di neve
la scelta di un giusto nome
per una questione di incastri migliore
soffice
cresce il pane
lievita nei tuoi occhi
fragrante ai baci
silenzioso fra i dubbi
con la voglia di danzare
offrire il profumo
mordersi e perdersi
in un giro lento
di accordi senza tempo
in fondo Aprile
è sempre un mese perfetto.
Togli i puà
puah
l’unghietta ora non è perfetta
ma è la più bella
il fiocco laccato
è per un regalo al cielo alzato
il bitume
è quello di un fondamento ad anello
tutto il resto
è un bel giro d’amore e d’affetto.
Tornati dall’altro capo
ora ricominciamo a contare perfetti
piano piano
mentre m’han donato il nuovo puzzle
per ora cerco
combacio
e bacio.