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nov 21, 2008 - Senza cicatrici    Dicevi?

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Traccia 03 – Nessun artista.

Incollato di puzzle in questa colonna ferma, tutte le mattine un singulto vomitato al lavoro.
Per favore, tutori dell’ordine: al sorpasso di noi scaccolanti dovreste per cortesia lampeggiarvi perlomeno oppure cantarvi sincopati con sirena al seguito. La cordialità di un’urgenza, un salvataggio di vita o sventata rapina sarebbero non solo altamente ma semplicemente comprensibili: l’arroganza e la negligenza del parallelo codice stradale di vostra competenza vi manda invece in vaffa da tutta la truppa inanellata e assonnata.
La manopola arcaica ormai è digitale e quando la sgranello col pulsante per l’abitacolo s’infondono i ricordi. Domani – mi infradico – è il compleanno di un fraterno amico. Ancora mi sberluccico se penso al secondo giro di ruota che tra poco svolgerà al mondo. Mi sembra d’avere un cuore doppio. Lui è l’ultimo pensato accostato alla parola padre ed il primo pronto fortunatamente a ricredermi. La gioia gli gattona accanto e l’abbraccio è per natura esempio d’ammirazione per come sta camminando con le mani strette in quel che ha creato.
Quando alzo gli occhi già da alcuni giorni l’attesa in questa carovana assonnata mi regala il metallo di una gru protetta da mucchi di sabbia, sacchi di cemento, trabatelli , as de put, betoniera e compressore. Li conosco, ne sono sicuro. Non per nome, uso e ricordo. Diverso.
Ne conosco il profumo. Stamattina accanto al paesaggio c’è parcheggiato un camion. Impresa MC.
Mio padre. Non c’è, lui. Ma c’è. C’è il suo maglione appoggiato al badile, c’è un pacchetto di sigarette per terra, c’è la portiera appena aperta che spiraglia il sedile dove mi siedevo accanto a lui.
Adesso lascio l’auto al destino di altri clackson e me ne vado a impastare un po’ di malta con lui.
Ma non lo faccio. Continuo a seguire la mia strada incolonnata.

Smucky è in macchina con me, spaparanzato dietro ad inventarsi facce strambe verso i passanti che da fuori ne guardano lo show dai finestrini. Lui allunga la lingua, gonfia le guance e ogni tanto finge di svenire. Con questo trucco ha già fatto allarmare una mamma con carrozzina ed un vecchietto dalla vista aguzza: entrambi li ho visti trotterellare di gran lena agitando le estremità verso il lunotto posteriore. Quando sono a due passi dalla carrozzeria Smucky si alza all’improvviso regalando due mezzi infarti. Divertente, qualcuno dice. Bastardo, ha urlato il vecchietto.

- Smucky che intenzioni hai oggi?
- Allungare qualche vita.
- Se vai avanti così mi sa che devi applicare un inverter al metodo.
- Partendo dal fondo la costante si trasforma in variabile.
- Oi.

Verso l’arrivo c’è sempre un balcone con un paio di girandole appese. Oggi dal gran vento son candide e pronte al balzo. Un giorno voleranno via e raggiungeranno lo stormo delle colleghe perennemente in viaggio nel Blu.
Siamo vicini al tuo giorno dell’anno.
Ti dono il mio inchiostro oggi in regalo: prendilo all’Amo.
nov 15, 2008 - Senza cicatrici    Dicevi?

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Spostamento Compton.
Un bulbo più grosso della mia deambulazione mi avverte di doverti tenere stretta, rannicchiata come la brace attorno al fuoco che ha visto bruciare. I miei sogni si divertono a raccontarsi mentre lo scirocco ci miela di un salvarsi reciproco inadatto ai lontani. Toccandomi la pupilla ora sa di spillo, preallarme d’un buio che sento fra le pieghe delle rughe.
E mi guardo attorno solo per riconoscerti, per sentirti fra le mani, per non avvertire la mia assenza. Ogni volta è un asceta a cui pongo un bacio. M’imbarazzo all’inizio di questo nuovo ciclo da mezzano all’erta del nuovo millennio non considerando altro che questo sentimento eterno pulviscolo dell’universo. Ombra dentro il lume, appanno nella rugiada. Vestimi dal mio tremito col tuo fiato caldo e offendimi se non reagisco. Nel nulla vago per la fiamma che hai voluto mostrarmi sfidare i venti.

Mi sentite là fuori?
La strada dei giorni passa veloce
ed ho un ritorno sempre più breve
mentre m’indecido su quale senso debba orientarmi.
Vagando nel caso mi presenterò ad una costante.
nov 5, 2008 - Senza cicatrici    Dicevi?

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Suonano alla porta.
Il telecomando del mio fiato resta al livello di un piatto e sottile affanno. Pluvio con la bocca aperta m’atteggio a discopolo privo d’un peso ma fermantato nell’attimo del lancio. S’aspetta un cambio di paesaggio mentre orrende creature vengono schiacciate sotto le scarpe e raccolte da troppi avi. L’accoglienza strugge in voce dietrostante al megafono ed affascina di una distanza sfalsata. Femmina è il canto, le curve attraggono, l’occhiolino strizza un prossimo participio passato.
Le nuvole passano veloci accarezzando il basso ventre. Soffio per allontanarle perchè la promessa è già ciò che m’attende.
ott 20, 2008 - Senza cicatrici    Dicevi?

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Un deserto che conosco.

Vuoto alla mancanza d’uscite in sillabe,
calamita spugnosa di carenze ferrose:

mi s’è riquotato il mio inutile rame tossico
mentre non c’è rispetto nemmeno per i mostri.
Pino mi deve 4 euro e novanta, al fare il conto della serva si aggiungerebbe un cappuccino. Ma lo lascio stare eh tanto tutto torna e prima o poi lo becco ancora con quell’aria da poverello mentre sceglie il suo listone di parquet preferito. Io non so come faccia certa gente. Guarda. Brutta bestia l’invidia, dai lascia perdere. Lascia perdere cosa, ma ti pare, ti sembra, ma io non lo so. Cosa vuoi che sia.
Ieri Tommaso mi ha detto Il Gatto ha tagliato le ruote del suv di Oscar solo perchè lui dice doveva arrivargli il messaggio.

- Lui lo sa? No, lui ha già capito. -

Mentre zoccava il punteruolo ruotandolo al seguito delle tre di notte canticchiava sereno tu sei cattivo con me perché mi lasci da sola e ti guardi quei film un po’ shhhhh la camera d’aria scendeva e lui se la godeva beato d’un trono malato, incurante del rinculo e del Carlino al quarto piano che lo aveva già radiografato per un possibile domani senza più niente di quel niente insonne che odierno si porta addosso.
ott 7, 2008 - Senza cicatrici    Dicevi?

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Pensierino sul comodino.
Variazione di registro.

Mai più tentare di allargare il sorriso a chi non lo vuol fare. Mai più credere di offrirlo come medicina a chi preferisce la trasparenza della negazione. Inutile spiegare alla ruota che l’oggetto rimane lo stesso ma cambia la prospettiva. Gli eventi, il destino, il fato, le decisioni, accadono per tutti distribuendosi in egual modo. La fortuna e la sfortuna non esistono. Esistono solo pessimismo e ottimismo: il primo non porta a nulla, il secondo a migliorarti. Migliorandoti comprendi di avere più soluzioni allo stesso problema. Il problema in realtà non è un problema, ma un evento da valutare. L’ironia si conquista con la diversa prospettiva. Si può variare la storia solo modificando la propria storia, agendo senza paura e preferendo i rimorsi ai rimpianti. Dall’idea nasce l’azione. Da una buona idea nascerà una buona azione: la perpetuazione delle buone idee forma il buon carattere.
Un buon carattere porta ad una buona visione del mondo.

Buoni non si nasce: si diventa.
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