Sestanti
Di mare
dovreste salpare,
toccar di schiuma
sentire l’assolo
quando si è soli
muover ruotando
senza l’aria in terra
nulla e tutto
potesse questo
natarvi un risveglio
scovarvi effemeridi
scalzi e sestanti.
Di mare
dovreste salpare,
toccar di schiuma
sentire l’assolo
quando si è soli
muover ruotando
senza l’aria in terra
nulla e tutto
potesse questo
natarvi un risveglio
scovarvi effemeridi
scalzi e sestanti.
Le candele
allo scoppiar polvere
van soffiate dolci
per allungarsi
dalla ruta da Chamiza
alla ribera del Lago
solcando le piume
soffrendo la ferma
e non aver più tempo
per fare quello
che non ti piace fare.
Cani sciolti per fardello
attenti al primo che si distoglie
affamati di strade non viste
o di cibo senza importanza:
alla prima luna di borgo guaiscono
mentre si raccontano le ferite
con l’acqua negli occhi.
Il primo caldo invade
non si presenta e si siede
ammalia e millanta
eccita di malinconia
e rifugge d’aceto.
Stasera all’Odeon
vecchi in pellicola
parlate arcaiche
gesti tronfi
e baci crudeli.
Scorrendo l’ombra
eccolo
forse era
quel lasciarsi andare
buia fiducia
tensione
fior di luna sciolta
erba futura rugiada
sterpaglia
calore disperso
pelle accesa
corsa al fiume
stesse gocce
guance lievi
sinceri.
Alle persone
che squarciano:
t’aprono d’urla
e nel nulla scompaiono.
Arse presunte,
falci per vene
miele che tace
male per fede.