Racconto l’universo
Incedo l’accordo col passeggio del piano
salgo verso il tuo mento senza una carezza di accenno
al capoverso t’osservo con un rimprovero pentito del siamo
quello dicono sia il calore del sole acerbo
pare un apogeo dinamico troppo rapido.
Correggo il bugiardino futuro
a mio uso e consumo pudico:
un’appartenenza oscillante
tra il battito e la sua attesa
fachiro del mio destino turbante,
levigato ambrato e niente resa.
Punge irritato il guasto al megafono
mentre compro al banco un contegno d’altri
muta la pelle e vaga lo sguardo
senza soldi per un’anima da saldi
racconto l’universo al mio infinito atomo.