Le vostre MilleCento
Rossi di nuca
viola di paura
gialli scottati
neri d’asfalto
blu del sale
verdi sgomenti
bianchi di pace.
Sirene stridenti
primo fermati
secondo fischio l’aria
terzo attento
arriva l’eco
dieci anni di meno.
Rossi di nuca
viola di paura
gialli scottati
neri d’asfalto
blu del sale
verdi sgomenti
bianchi di pace.
Sirene stridenti
primo fermati
secondo fischio l’aria
terzo attento
arriva l’eco
dieci anni di meno.
Attento
che il cielo
da queste parti
è ancora fresco.
Finchè c’è luce
puntineremo i sogni.
Stammi dietro.
Downtown uptown
luci ammangiarti
pelle sgargiante
Yankee eleganti
subway per dispersi
scalini per mostrarsi
persi fra i giganti
antenne geocentriche
prefazione del sussidiario di Storia
skyline per stelle abbronzanti
yellowcabs astratti
Central Park d’orsi biciclettati
polaroid pagliacci per fregarti
Bubba gamberi azionisti
Nasdaq paffuti oscillanti.
Vieni qui:
la vedi la riva?
Piano piano ci si arriva.
Adesso t’asciugo
prima i capelli
poi le gocce sul collo
ed infine ti sfrego il naso
giusto sopra il tuo sorriso cercato.
Woody assorto risolto
Spongy rotella celeste
modelle imperfette torere
fiaccole accese di marmo
battelli assonnati
Cena da Tiffany
topi colorati sulle spalle
martellanti dal Letterman Show
Canal Street solfeggia le spezie
fuso il fumo dal tombino parlante
torta d’Hoboken gigante
pista sul ghiaccio piccina
mele di cristallo accanto al giocattolo
torcicollo per piani alti
tiranti giganti per ponti fratelli.
Lei non dorme mai
ma sogna sempre.
Oltre il vetro della veranda c’è quel mondo che si scalda. L’alluce tocca il bordo fresco ed io mi ritraggo e proteggo. Il blu è intenso senza nemmeno un soffio di vento. La mia nota incapacità di aggrapparsi alla sottrazione dei ricordi continua ad oscillarmi dentro. Ma so con certezza che anche allora era un giorno di festa: forse estate ma ancor meglio tarda primavera.
Corteggiava con eleganza una maglietta cosparsa di cielo. Tutto attorno l’aria nei palloncini solleticava il colore della brezza mattutina omaggiandola di vita.
Ad un tratto,
scostumato,
senza preavviso,
maleducato da appuntamento,
nulla sull’agenda
tremò la mia terra.
Non uomo raccoglie in tutta esistenza la parola adatta. Non evento al mondo corrisponde alla giusta sensazione. Il tutto si ferma, si ordina il caos, ricordi un avvenire.
Un solo sguardo smeraldo, un lieve accenno di infinito. Lei ed io.
Fuoco, sale, sangue e mare da scalare.
Ogn’alba una battaglia, un inno alla vita, una gioia cesellata.
Allo spuntare della stella polare s’incastran le note e ritorna la pace.
T’amo
nel profumo cadente
che bacia la prima goccia
sul caldo d’asfalto.