lug 23, 2022 - Cicatrici    Dicevi?

Rifare il letto

Quel poco che ti conta,
la leggerezza atroce,
la ricerca del nulla,
la promessa senza importanza,
l’invisibilità davanti,
mentre già ospite vagheggi,
frasi al futuro singolare
dolore non presente
senza cura, decenza,
un continuo taglio asettico.

Paradosso
quel continuo
invocato simulato
mai donato
preteso
e non compreso
nel tacere,
nel dare,
nel fingere
di non vedere,
nelle speranze tonte,
nel rifare un letto,
nel restare dilaniato
notti sveglie senza fiato
ad attendere invano.

giu 28, 2022 - Mangianastri, Polaroid    Dicevi?

Come dovessi far quello che

Prendi, lascia,
bagnasciuga sulle note,
ricalcola il ritmo,
il passo, le assenze,
i mugoli, gli anatemi,
le voci care quasi dimenticate
e poi attenuati,
scegliti un cielo,
assorbi nuvole e venti,
lasciati alto,
tocca i comignoli,
accarezza gli alpeggi
e quando ritorni
non bussare,
se proprio insisti
canta e siediti a tavola
non attendere,
saziati e racconta,
bevi e osserva,
come dovessi
far quello che riparte.

mag 28, 2022 - Cicatrici, Polaroid    Dicevi?

Maggese

Accogliere, distogliere
accertarsi di accrescere:
alla fine del panorama
ritrovarsi stanchi,
diversi, con liuta
da reintrecciare,
di nuovo, da capo,
quando già pensavi al riparo
ed invece ti attende
il più grande maggese.

apr 12, 2022 - Calamai, Mangianastri, Polaroid    Dicevi?

Wonder boy

Colla di fumo, sguardo altezza tavolino.
Settebello, scopa, bestemmia che si sente fino alla chiesa.
Duecento lire, wonder boy.
Una spuma, un pacchetto di merit, una boccia che scavalca la sponda e finisce sulla piastrella.
- Fi piano, disgrassiach! – dal bancone la Sunta dispensa invettive e bianchini.
Corro al mio angolo,
entro nella cabina
dentro la sala
dentro al bar,
fantascienza anni ottanta da numeri senza prefisso senza dottori misteriosi.
Swissh e puff, mi ovatto richiudendo la porta pesantissima e mi diletto mentre leggo l’elenco altissimo di paesi lontanissimi tipo Gaverina. Se avessi un gettone avrei il mio bel minuto di connessione. Non ce l’ho: mi accontento di sapere che sono le undici e ventitre minuti, le undici e ventitre minuti, le undici e ventitre minuti.
Click, swissh e spuff, torno al mondo spingendo la porta leggerissima che mi ridona l’aria calda della mia domenica in maggio di rosario d’infanzia.
Salto in auto, lui l’accende da signore vestito a festa e senza le cinture allacciate la valigia è quella di un lungo viaggio.

mar 27, 2022 - Cicatrici, Polaroid    Dicevi?

Rose

Dune d’ombra
là ti sei nascosta
fra silenzi, unghie,
veli e sospiri.

Straniero al camino,
bloccato e sfasato,
non sono, non posso,
non riconosco.

La luce visita prima,
curiosa e straniata
trova i cocci,
la polvere ed un soffio
trattenuto in mano
quasi scappato.

Fuori dai vetri
tra roveti in germoglio
si ride di chi
ripudia le spine
perdendosi le rose.